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VISITA VIRTUALE DELLA CHIESA

ALTARE DEL ROSARIO

Questa cappella, dedicata attualmente al Santo Rosario, venne commissionata nell’anno 1602 dal nobile Castellino Pinelli a due scultori di origine lombardo-ticinese: Alessandro Ferrandino e Santino Parraca. Il documento che si è conservato, prescrive l’impiego di “marmi mischi”, fra cui quello di Polcevera “ben lavorati, lustri e ben accomodati”. Nella volta, i medaglioni affrescati con “Scene della vita di Maria”, sono opera di Bernardo Castello (1557-1629), pittore genovese celebratissimo e molto attivo fra Cinque e Seicento . La concessione della cappella a Nicolò Piccamiglio per la figlia Battina, sposa di Castellino Pinelli, risulta documentata il 16 marzo 1602. Dall’atto notarile risulta che la cappella retrostante è del Magnifico Stefano Salvago e che sul lato destro vi è la cappella (oggi trasformata) del Serenissimo Lazzaro Grimaldi Cebà, Doge della Repubblica, ivi sepolto nel 1599 . In origine Bernardo Castello aveva eseguito per l’altare la pala raffigurante la Madonna di Loreto, oggi visibile nella raccolta della Sala Capitolare; attualmente è esposta la pregevole statua mariana seicentesca, attribuita a Tomaso Orsolino (1587-1675), che a rigore è una Madonna del Carmine, anche se adattata al culto del Santo Rosario, e si trovava in origine al quarto altare della stessa navata. La serie di quindici piccole tavole a corona della nicchia, con i “Misteri del Rosario”, è attribuita a Domenico Fiasella (1589-1669). Ai lati sono due olii su tela probabilmente settecenteschi di autore ignoto con “San Domenico” e “Santa Caterina da Siena”.

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